In base alle stime di Prometeia, nel 2014 il valore aggiunto dell’agricoltura è sceso del 2,7%, un calo di intensità analoga a quello del Mezzogiorno. Secondo i conti territoriali dell’Istat, che sono stati oggetto di una profonda revisione, il peso del settore primario in regione era pari nel 2013 a circa il 6% in termini di valore aggiunto, una quota superiore alla media nazionale. L’1 agosto 2014 l’Italia, insieme agli altri stati membri dell’Ue, ha comunicato alla Commissione europea le proprie scelte relative all’applicazione della Politica agricola comune per il periodo di programmazione 2014-2020. Per ciò che riguarda i pagamenti diretti, il nuovo impianto mira a ridurre le differenze in termini di premi per ettaro tra stati membri e all’interno di ciascuno stato membro. Secondo il Rapporto Inea 2014, la Calabria è tra le regioni destinate a ricevere un livello inferiore di risorse finanziarie rispetto al passato, in considerazione del fatto che i pagamenti per ettaro erano tra i più elevati nel panorama nazionale
IL PASSAGGIO AL SISTEMA EUROPEO DEI CONTI 2010
Con il passaggio dei Conti nazionali al nuovo Sistema europeo dei conti (Sec) 2010, i conti territoriali sono stati rivisti; la serie è attualmente disponibile dal 2011, anno assunto dall’Istat come benchmark, al 2013. Tra le principali novità del nuovo sistema, vanno sottolineate la modalità di riparto dell’Iva, l’inclusione tra gli investimenti della spesa in ricerca e sviluppo, la ridefinizione del perimetro delle Amministrazioni pubbliche, l’inclusione nel prodotto di alcune attività economiche illegali e una migliore misurazione del numero di lavoratori. Per i valori pro capite vi si aggiunge la revisione delle anagrafi della popolazione residente sulla base del Censimento 2011. Secondo il nuovo sistema, per il 2011 il Pil a valori correnti della Calabria è stato rivisto al ribasso del 3,3%, a fronte del rialzo registrato per l’intero Mezzogiorno e a livello nazionale. In termini pro capite, lo scarto negativo del PIL nel confronto con l’Italia si è quindi ampliato dal 36,2 al 39,9%. Il valore aggiunto, sempre a valori correnti, ha subito una revisione al ribasso del 2,6%; vi ha influito in negativo la revisione del prodotto nel terziario e nelle costruzioni, parzialmente bilanciato dal rialzo nell’agricoltura e nell’industria in senso stretto. In quest’ultimo settore, l’aumento è riconducibile esclusivamente al comparto estrattivo ed energetico, a fronte della revisione al ribasso per quello manifatturiero. Con il passaggio al nuovo sistema dei conti si è quindi accentuata per la Calabria la specializzazione relativa nell’agricoltura e il divario riconducibile all’industria manifatturiera. I nuovi dati occupazionali registrano un rialzo del 5,7%, più intenso di quello osservato a livello nazionale (0,4%); la revisione, pari nel complesso in valore assoluto a circa 35 mila persone, ha riguardato la sola componente autonoma, a fronte di una riduzione per il lavoro dipendente. L’occupazione irregolare è stata rivista al ribasso; la Calabria mantiene un tasso di irregolarità del lavoro superiore alla media del Mezzogiorno e dell’Italia, ma con uno scarto meno accentuato. Nel confronto con il SEC 95, il valore aggiunto per occupato è sceso del 7,8%, a circa 43.500 euro: il divario negativo della produttività del lavoro a valori correnti rispetto alla media italiana si è ampliato al 26,4%.
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