di Stefano Perri – Volano gli stracci nel Movimento 5 Stelle calabrese. Quella che per lungo tempo è rimasta una lotta sotterranea tra i portavoce, deputati e senatori, e i diversi meet up disseminati sul territorio adesso viene fuori con tutta la sua veemenza. Brucia forte il risicato 5,5% che ha lasciato fuori i grillini dal parlamentino calabrese. Un dato che evidenzia tutta la sua drammaticità se messo in relazione a quello ottenuto solo pochi mesi fa alle elezioni europee. In appena 5 mesi i grillini precipitano dal 21,5% al 4,9%, ben 16 punti percentuali in meno.
Una debacle che non ha lasciato indifferente il Senatore Francesco Molinari che adesso, a meno di 48 ore dall’apertura delle urne, chiede già il conto ai suoi colleghi portavoce. In particolare il Senatore si scaglia nei confronti dell’altro Senatore pentastellato, Nicola Morra.
”Chi si è assunto l’onere dell’organizzazione delle elezioni regionali calabresi – accusa Molinari in una nota al veleno – che hanno regalato la Calabria al centrosinistra ed al centrodestra, si assuma la responsabilità dell’insuccesso e tragga le dovute conclusioni, facendosi da parte!”
”Soltanto all’indomani del recente insuccesso nelle elezioni comunali di Reggio Calabria – prosegue – il senatore Morra ebbe a dire che quello reggino non era un risultato indicativo in quanto frutto di circostanze locali, di divisioni interne e di inadeguatezza del candidato a portavoce-sindaco, l’architetto Vincenzo Giordano”.
”In seguito al tracollo del M5S alle elezioni regionali, da lui direttamente patrocinate e maturate sotto la sua direzione (ma sono sicuro che accamperà scuse nelle colpe altrui…), la stessa voce autorevole ha riferito che siamo stati percepiti come gli altri partiti e che dobbiamo resettare i Meet Up e fare pulizia, in grande sintonia con Grillo (pur rimanendo misterioso il senso e le modalità dell’opera di pulizia, ma abbiamo bene a mente la stagione delle diffide che hanno preceduto le competizioni in Calabria…). Subito dopo, non pago, l’eclettico Morra ha detto che è arrivato il momento per Grillo e Casaleggio di lasciare che il loro figliolo si assuma le responsabilità connesse all’età adulta: è forse sulla scorta del risultato elettorale ridicolo che costui si permette di avanzare la tutela del M5S e dettare la strategia della prossima agenda del nostro Gruppo parlamentare? Chi si è assunto l’onere di essere il capo politico del M5S non nasconda dietro un insuccesso – a quanto pare non inaspettato, a giudicare dalle sue parole – il suo ruolo di garante !”
”Il M5S – prosegue Molinari – non è una “cosa” che si può lasciare in eredità ad autonominatisi capetti ma è il frutto delle lotte di anni di milioni di cittadini che in questa forza politica si sono riconosciuti e per loro stessi hanno “votato”, non per gli interessi particolari di qualcuno di loro. Se il frutto della voluta disorganizzazione del M5S sono le gerarchie informali, con il corollario delle espulsioni e diffide a macchia di leopardo (che vanno a punire i nemici dei nuovi gerarchi, lasciando indenni i loro amici), allora è bene incominciare a pensare ad un’organizzazione realmente democratica del Movimento”.